Ho pensato che fosse interessante, oltre a dati e ricerche che confermano uno scenario tutt’altro che roseo, segnalare anche casi aziendali positivi, dove si sa valorizzare il potenziale femminile. Tanto da assumere una donna incinta, se vale. La prima che ha risposto all’appello é stata Vodafone. Un gruppo dove il 54% dei dipendenti sono donne, alle quali vengono offerti flessibilità di orari e part-time fino ai 30 mesi, con asilo aziendali e corsi di aggiornamento.
Uno dei valori di Vodafone è “passion for people” ma lungi dall’essere uno spot aziendale, si è tradotto in misure concrete per permettere ai dipendenti di bilanciare vita privata e professionale. Alle lavoratrici neo-mamme infatti viene garantita l’integrazione della retribuzione fino al 100% (in aggiunta al contributo Inps) anche nei quattro mesi e mezzo di congedo di maternità successivi al periodo obbligatori. Ovvero le madri possono rimanere a casa nove mesi e mezzo, con una retribuzione al 100% contro i normali cinque mesi. Per l’acquisto di latte artificiale é inoltre riconosciuto il rimborso, da parte del Fsio. (Fondo di Solidarietà Interna Omnitel Vodafone), del 60% delle somme spese fino al 6° mese di età del bambino.
Al momento cruciale del “rientro” per chi ha paura del distacco c’è la possibilità di fruire di un’aspettativa della durata massima di 6 mesi (per la cura di ciascun figlio di etá compresa tra 0 e 8 anni)., mentre chi decide di rimettersi in gioco professionalmente è comunque supportata da convenzioni (sette a livello nazionale) con asili nido. A Milano e a breve anche a Napoli la struttura è interna all’ufficio, con orari molto flessibili che coprono tutta la giornata (7.30 alle 19.30). Inoltre fino ai 30 mesi di vita del bambino è possibile chiedere il part-time e per chi ha la sindrome da ” primo giorno di scuola”. ci sono corsi di aggiornamento.