D: Giornalista affermata, mamma indaffarata, come ti è venuto in mente di scrivere anche un libro dove ti lamenti del poco tempo che hai?!
R: l libro, così come il blog da cui è nato, rappresenta il mio alter ego in versione fumetto, uno spazio in cui ridersi addosso (per non piangere, forse) e anche un luogo in cui raccontare quanto è difficile per una donna restare in equilibrio senza farsi schiacciare dai troppi ruoli e dalle troppe incombenze. Il mio desiderio e la mia ambizione sono, attraverso il libro, la condivisione di un’esperienza, quella della difficile conciliazione tra maternità e lavoro) che si vive molto spesso in solitudine ma che è comune a tantissime donne.
D: Hai vinto l’anno scorso anche un premio per miglior blog: forse è in rete che le donne, mamme che lavorano trovano davvero uno spazio di sfogo e la comprensione che a volte cercano senza risultato tra le mura di casa o dell’ufficio?
R: Le donne che lavorano hanno pochissimo tempo per sè e ce l’hanno spesso in orari strani, quando la socialità è improponibile. La rete offre uno spazio di socialità, di confronto e di condivisione unico e ricchissimo, accessibile con i tempi propri. Forse è proprio attraverso la rete che le donne possono riuscire a ritrovare la complicità, la comprensione e l’aiuto delle proprie simili.
D: La tua arma migliore mi sembra essere l’ironia, c’è chi invece si arrabbia (come me!) : meglio riderci sopra, pensando alla situazione delle mamme che oggi provano a conciliare vita lavorativa e famigliare?
Io non credo che l’ironia escluda la rabbia o l’indignazione. Penso che l’ironia sia un modo per osservare il mondo ma l’ironia non pacifica e non risolve. Ridendo e ironizzando si possono denunciare carenze,
disattenzioni, assenze. Ritengo che l’ironia sia un cavallo di troia dentro il quale si possono nascondere rabbia, indignazione e anche qualche arma per cambiare un po’ lo status quo.