In un documento molto interessante – il Board Women Monitor 2008 – l’associazione Pwa (Professional Women’s Association) traccia un bilancio della presenza femminile all’interno dei consigli di amministrazione delle 300 maggiori società europee. I risultati? L’ingresso nella stanza dei bottoni è "terribilmente lento" ed è fermo al 9,7% nel 2008 a livello europeo, ma ben più basso in Italia (2,1%).
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Analizzando i dati a livello nazionale, i paesi scandinavi (Norvegia, Svezia e Finlandia) sono ancora una volta all’avanguardia – in Norvegia tutte le società hanno nel proprio Consiglio almeno 3 o più donne – mentre Italia e Portogallo sono ufficialmente etichettati come "ritardatari" e solo il 2,1% dei membri di un Cda da noi è al femminile. Eppure, spiega la ricerca con i numeri ma anche con l’ironia (vedi il fumetto qui sopra ) se si “rompe” la soglia critica dei tre membri non sarà più una questione di genere ma di competenze e non si noterà più se c’è una nuova donna, ma che c’è un nuovo membro.