Dall’America non arrivano solo cattive notizie. In base all’ultimo rapporto “National changing of the workforse” (2008) del Family and work Insitute il tasso di occupazione ma anche le ambizioni professionali delle donne statunitensi sono migliorate molto negli ultimi 15 anni e la conciliazione tra impegno in casa e in ufficio non è più vista come una colpa, ma come un’opportunità. Tre donne su quattro anche se mamme aspirano ad una carriera, quasi tre su quattro con pargoli piccoli (minorenni) già lavora (71%) e il loro contributo bilancio famigliare rispetto ad una decina di anni fa è aumentato del 5% (44 contro 39%) . L'uomo americano di adegua, è pronto a passare oltre al modello del breadwinner e a condividere oneri ed onori del focolaio. Un messaggio di speranza anche per noi??!!
Tra i ragazzi sotto i 30 anni, quasi due terzi (il 67%) vorrebbe un lavoro di responsabilità, che si tratti di maschi o femmine è uguale mentre nel 2002 lo scarto era di ben 10 punti percentuali (66% degli uomini in erba e solo il 56% delle giovani donne). Si legge nel rapporto (pagina 2): “Per la prima volta da 15 anni le mamme con figli si sentono legittimate ad avere le stesse ambizioni professionali che le donne senza prole”.
E i numeri lo confermano: la percentuale di occupate tra le donne con figli minorenni è del 71%, cioè più di due mamme su tre lavorano negli States. Di conseguenza le donne contribuiscono con 5 punti percentuali in più al bilancio famigliare rispetto ad una decina di anni fa (44 contro 39%) e il loro ruolo non solo sociale ma anche economico incomincia ad essere rilevante. Si sta quindi – almeno da questa parte dell’oceano – sgretolando il modello dell’uomo “breadwinner” che porta a casa la pagnotta mentre la moglie lo aspetta a casa curano il focolaio e i figli: considerano il totale dei lavoratori la percentuali dei “tradizionalisti” che sono d’accordo con una divisione rigida dei ruoli è calata dal 64% del 1977 al 41% nel 2008 (-23%). “Ma d’altra parte ancora due impiegati su 5 legittimano questa divisione” sottolinea il maniera molto puntigliosa il rapporto, che riconosce però come tra le giovani generazioni (quelle sotto i 30 anni) c’è una minor incidenza degli stereotipi di genere e di ruolo e solo il 35% si lascia influenzare. Gli uomini insomma non solo riconoscono più facilmente che una donna può essere una brava mamma e una brava lavoratrice (49% era d’accordo nel 1977, ora sono il 67%) ma si da anche da fare in casa per una miglior divisione dei ruoli. Innanzitutto il tempo medio giornaliero passato con il proprio figlio (sotto i 13 anni) è raddoppiato nell’ultimo decennio, arrivando a 3 ore, poco meno di quello consacrato dalle mamme ai propri pargoli (3,8) ma anche l’impegno bipartisan in cucina è diventata pratica più comune (dal 34 al 56% degli uomini dichiara che ai fornelli vige parità) così come quello nei lavori domestici (dal 40 al 53%).
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