Analizzando un campione di impiegati che lavorano in media 52 ore a settimana, la società di consulenza aziendale Wfd ha calcolato che di queste quasi il 20% (nove ore) sono spese in compiti a basso valore aggiunto e che non solo “non servono” ma anzi creano inefficienze e stress. Due terzi degli “stacanovisti” infatti denuncia, sul lungo termine, irritazione e fatica. Più si sta in ufficio, meno si rende quindi: quelli che ci passano 60 ore a settimana sono doppiamente affaticati e irritabili rispetto a quelli che ne passano solo 40 e, in base alla ricerca, rendono il 15% in meno sul lavoro. L’analisi dei dati fatta da Wfd sottolinea che alla base di questo circolo vizioso c’è l’incapacità di definire ruoli e obiettivi e di gestire le risorse in maniera che si possa fare “meglio e in meno tempo”. Ma anche carenza manageriale nel chiarire che è la qualità ed il merito, non la quantità, che contano. Introducendo invece un maggior spirito di squadra, sapendo coordinare e delegare il lavoro, la maggioranza degli intervistati (61%) riconosce di aver lavorato meglio e più veloce, e di avere uno spirito di squadra costruttivo (65%)
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