Spesa sociale, investimenti nelle scuole d’infanzia o congedo parentale, ogni Stato ha sviluppato la propria politica di sostegno alla famiglia in maniera specifica. In questo interessante documento dell’Istituto Promozione Lavoratori (AFI-IPL) di Bolzano (in allegato) vengono analizzate le scelte fatte da alcuni Paesi europei. Se Germania ed Austria hanno risposto all’erosione del tradizionale modello di “male breadwinner” (padre occupato a tempo pieno e madre dedicata ai figli) con più congedi paterni e più servizi di cura, la Francia invece ha scelto un “modello genitoriale”, ovvero un sistema integrato di prestazioni monetarie, congedi “mirati” e una forte rete di servizi di cura.
E l’Italia? Nel nostro Paese, sostiene l’istituto numeri alla mano, la politica familiare è basata su un modello di sussidiarietà allargata, dove solo l’1,2% del Pil (contro il 2,2% della media Ue) e solo il 4,5% del totale delle spese sociali (contro la media Ue dell’8,2%) sono dedicate alla famiglia, mentre le pensioni ne assorbono più della metà (database Missocc, vedi anche post del 17/11/2008) .
La spesa per le famiglie comprende i trasferimenti monetari diretti, in primis gli assegni familiari, che “in Italia – si legge – sono sempre stati di importo esiguo, senza tener conto dell’età dei figli, come invece avviene in Austria, e in base all'ammontare e alla tipologia di reddito familiare”. Ovvero gli assegni attualmente vengono erogati solo se il 70% di tale reddito familiare proviene da lavoro dipendente, escludendo quindi tutti i lavoratori autonomi e i lavoratori atipici, “mentre in Germania tutte le famiglie ricevono il così detto “Kindergeld” indipendentemente dal reddito (con importi peraltro abbastanza rilevanti), così come in Francia, dove l'assegno viene però erogato a partire dal secondo figlio, ma con minor generosità rispetto allo stato tedesco”. Inoltre il modello italiano non favorisce le famiglie numerose, proporzionando le sovvenzioni in base al numero di figli.
Oltre che in termini di sostegno finanziario lo Stato può spendere per le strutture di cura per la prima infanzia, permettendo così alle donne di rientrare al lavoro dopo la maternità. Anche in questo campo la situazione dei 4 paesi che l’Istituto confronta risulta alquanto differenziata. Infine c’è il sistema dei congedi parentali, ovvero una serie di permessi dal lavoro più o meno retribuiti e più o meno lunghi, che permettono alle mamme (ma anche ai padri) di conciliare al meglio lavoro e cura dei figli piccoli. Dallo schema che sintetizza i contenuti dello studio balza agli occhi come all’estero si cerchi di responsabilizzare anche il padre, di modulare il sostegno in base al numero dei figli e – soprattutto in Francia – di correlare assenza dal lavoro e cura dei figli.
Inserisci username e password per accedere ai servizi del Sole 24 Ore
Le regole della Community
Il Sole 24 ORE incoraggia i lettori al dibattito ed al libero scambio di opinioni sugli argomenti oggetto di discussione nei nostri articoli. I commenti non devono necessariamente rispettare la visione editoriale de Il Sole 24 ORE ma la redazione si riserva il diritto di non pubblicare interventi che per stile, linguaggio e toni possano essere considerati non idonei allo spirito della discussione, contrari al buon gusto ed in grado di offendere la sensibilità degli altri utenti. Non verranno peraltro pubblicati contributi in qualsiasi modo diffamatori, razzisti, ingiuriosi, osceni, lesivi della privacy di terzi e delle norme del diritto d'autore, messaggi commerciali o promozionali, propaganda politica.
Finalità del trattamento dei dati personali
I dati conferiti per postare un commento sono limitati al nome e all'indirizzo e-mail. I dati sono obbligatori al fine di autorizzare la pubblicazione del commento e non saranno pubblicati insieme al commento salvo esplicita indicazione da parte dell'utente. Il Sole 24 ORE si riserva di rilevare e conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP del computer da cui vengono pubblicati i commenti al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. Ogni ulteriore diffusione dei dati anagrafici dell’utente e di quelli rilevabili dai commenti postati deve intendersi direttamente attribuita alla iniziativa dell'utente medesimo, nessuna altra ipotesi di trasmissione o diffusione degli stessi è, dunque, prevista.
Tutti i diritti di utilizzazione economica previsti dalla legge n. 633/1941 sui testi da Lei concepiti ed elaborati ed a noi inviati per la pubblicazione, vengono da Lei ceduti in via esclusiva e definitiva alla nostra società, che avrà pertanto ogni più ampio diritto di utilizzare detti testi, ivi compreso - a titolo esemplificativo - il diritto di riprodurre, pubblicare, diffondere a mezzo stampa e/o con ogni altro tipo di supporto o mezzo e comunque in ogni forma o modo, anche se attualmente non esistenti, sui propri mezzi, nonché di cedere a terzi tali diritti, senza corrispettivo in Suo favore.