Negli Stati Uniti questa è la settimana della campagna nazionale “Turn-Off your tv”, ovvero sette giorni di black out per “disintossicarsi” da televisione, ma anche computer, videogame e ipod. I promotori dell’iniziativa (American Medical Association, American Academy of Pediatrics, the National Education Association and the President’s Council on Physical Fitness and Sports) hanno diffuso alcuni dati, allarmanti, per richiamare l’attenzione sul problema: i genitori americani ogni settimana spendono solo circa mezz’ora (38,5 minuti) per dialogare in maniera costruttiva con i propri figli; che invece passano complessivamente più di un’intera giornata (26 ore) ogni sette davanti alla televisione; ma ancora un bambino su due ha una televisione propria in camera da letto (50%) e più della metà delle scuole (materne ed elementari) usa durante la giornata lo schermo come forma di intrattenimento su base regolare. Ora senz’altro il fenomeno oltre oceano è più diffuso (e demograficamente più rilevante) che da noi. Ma i dati mi hanno fatto riflettere e forse anche in Italia ogni tanto scambiano la Tv come una “tata” o come una terza persona alla quale affidiamo, in maniera acritica, i nostri figli quando non abbiamo il tempo o l’energia di occuparcene.
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