D: Come ha mosso i suoi primi passi nel mondo del lavoro, Lei donna in un settore molto di nicchia e al Sud?
R: Non è stato per nulla facile all’inizio. Allora ricordo che, anche nella mia famiglia, si parlava ancora apertamente di divisione dei ruoli e c’erano professioni “consone” alle donne, come l’insegnamento, e altre meno. Ma mio marito ha creduto in me e abbiamo incominciato a lavorare insieme.
D: Impresa ancora più difficile…Qual è il suo segreto?
R: Quello che a me è sempre stato molto chiaro è stata la necessità di distinguere il mio essere femminile, cioè complementare rispetto a mio marito nel lavoro ma anche nella coppia. Ho tre figli e non mi sono mai vergogna di essere donna e di avere i miei tempi. Per esempio ho portato i bambini in azienda qualche volta, nello stupore più generale dei dipendenti. Ed è proprio questo l’errore nel quale sono incorse le donne: hanno chiesto e ottenuto, negli anni del femminismo, il loro riscatto, ma poi non hanno più lavorato per le altre, anzi c’è stato un tutti contro tutti. Ma mascolinizzarsi non è la ricetta giusta per avere successo.
D: Però spesso è l’unica strada per riuscire a lavorare, quella di accettare regole ancora molto maschili. Ha presente le riunioni all’orario di uscita di scuola o alle 8 di sera…?
R: Appunto. Bisogna puntare sulla conciliazione dei tempi e la flessibilità, invitando le donne che hanno raggiunto posizioni di potere istituzionale o manageriale a non dimenticarsi delle altre. Ha presente per esempio la legge 53? E’ scritta male, si vede che manca un tocco di concretezza, praticità e buon senso che avrebbero invece punto apportare le dirette interessate.
D: Lei in azienda quindi ha sensibilità e attenzione per le proprie dipendenti?
R: Ma certo. Per esperienza posso dire che la conciliazione dove ben organizzata funziona, è efficace e redditizia. Basta sapersi organizzare, e non vergognarsi – o peggio rinnegare – le proprie esigenze di donna e di mamma. E’ la sfida dei nostri giorni, quello di saper gestire meglio i tempi, al lavoro e nella vita privata famigliare.