Una scritta rossa, che parla del 27 gennaio come "oggi" rende bene l'Idea, nel sito della Conferenza Stato Regioni ed Unificata. Il rifinanziamento dell'art.9 della legge 53/2000 per il sostegno alle politiche di conciliazione in azienda non è ancora stato approvato. Questo strumento è in stallo già da un anno – come ho più volte scritto e ha ben documentato la mia amica Arianna Visentini (sia sulla voce.info che sul blog di Nova 100) - e molti imprenditori, interpellati sul tema, se da un lato ne riconoscono la necessità dall'altro ne denunciano l'iter burocratico troppo complicato e la lentezza nell'erogare i fondi. Ma allora perché sorprendersi, perché parlarne? Perché è attualmente l'unico strumento che incentiva la conciliazione in azienda (interessante in questo senso l'analisi dell'Isfol) . Uno "scalpello" con il quale il tema della conciliazione tra vita familiare e lavorativa entra in azienda, si affronta. "Senza aspettare i fondi – mi avevano spiegato il mese scorso diverse aziende premiate al premio FamigiaLavoro – abbiamo cominciato a ragionare sul tema, a introdurre per esempio misure di flessibilità sul lavoro, che anche dopo il periodo del progetto abbiamo continuato ad attuare". Peccato perdere anche questa occasione.
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