D:Manager internazionale e quattro figli, con sede operativa in Inghilterra e sbocco nei mercati asiatici. Come si fa?
R: La prima bambina ho deciso di averla a 37 anni, quindi tardi, perché il mio obiettivo appena laureata era quello di essere indipendente. Quando poi ho avuto il primo figlio avevo già un percorso professionale solido alle spalle, avevo già guadagnato stima e fiducia da parte dell'azienda e quindi la maternità non è stata vista come un momento di interruzione o discontinuità, ma neanche io l'ho vissuta così.
D: Nel ruolo di mentore di altre donne selezionate dal Gruppo Vodafone per il percorso di sviluppo internazionale del Global Leadership Program, che consigli da’ alle giovani donne che vorrebbero da un lato fare carriera e dall'alto però non rinunciare alla famiglia?
R: Hanno ragione ad impegnarsi per ottenere entrambe le cose, la conciliazione è un'esigenza sempre più forte oggi, e peraltro non solo da parte delle donne. Ormai anche gli uomini non sono più disposti ad accettare come modello di avanzamento di carriera la presenza in ufficio per 14 ore al giorno: le nuove generazioni attribuiscono un crescente valore al bilanciamento tra sfera pubblica e sfera privata. Essere madri e fare carriera si può, ma occorrono certo molta determinazione, qualche sacrificio e soprattutto molta capacita’ organizzativa.
D: Forse, come diceva Lei prima, il modello del "presenzialismo" in azienda non è più il solo, e neanche quello vincente
R: In Vodafone abbiamo diversi tipi di flessibilità. L'importante è che la flessibilità sia dalle due parti e che ci sia chiarezza e disponibilità. Non si può staccare del tutto, per esempio durante la maternità, e poi stupirsi che al rientro dopo un black out di più di un anno sia difficile reinserirsi.
D: Come azienda telefonica, l'importanza delle donne oltre che come risorse interne è anche come clienti e consumatrici sempre più attente di tecnologia?
R: Assolutamente sì, è un bisogno quello di parlare alle donne perché sono al centro di un grande network, una e trina donna-mamma-moglie e consumatrice nelle diverse vesti. E per noi è sempre stato fondamentale lavorare sulle differenze, avere un altro punto di vista, diverso. Perché questo implica la capacità di confrontarsi, di innovare e cambiare schemi precostituiti.