A "bocce ferme", dopo Natale rilego con più attenzione il no arrivato dai governi europei alle nuove disposizioni sulla maternità proposte dal Parlamento europeo, che prevedevano un congedo di 20 settimane retribuito al 100% e un periodo di paternità. Troppo costoso per i bilanci degli Stati. Il negoziato ripartirà nel 2011 dalla proposta della Commissione: 18 mesi alle mamme, niente per i papà.
Sulla lunghezza del congedo materno e la relativa retribuzione c'è al momento una grande eterogeneità tra i diversi Paesi europei ed è stato quindi difficile, sopratutto in questa fase economica, definire dei parametri comuni a tutela della maternità. Ma ancora più grave è, a mio avviso, che la maternità continui ad essere un "affare" per sole donne e si neghi, anche di principio, che il padre debba essere coinvolto in maniera attiva. Tolto ogni riferimento in questo senso, anche quelli d tipo culturale, a costo zero. Speriamo che oltre a razionalizzare le spese -misura dolorosa ma necessaria – non si rinunci anche ad innovare culturalmente e ad impegnarsi per le pari opportunità. Quelle che nascono nella vita di tutti i giorni, prima di tutto. Un pensiero va, in questo senso, ad Alessia Mosca che in Parlamento si batte per il congedo ai padri in Italia. Brava!