Negli Stati Uniti l'equivalente del nostro tavolo nazionale per la conciliazione dei tempi – indetto dal Ministro del Lavoro e diventato operativo all'inizio del mese – è già una realtà. Un confronto aperto, costruttivo, dinamico dal quale forse si può trarre qualche spunto (questo il sito). Il "tavolo" in realtà è un forum aperto a contributi e interventi – un po' come la consultazione avvenuta in Regione Lombardia, che confluiranno nel Libro Bianco sulla Conciliazione – in tempo reale sul web. Tutti gli incontri "tecnici" sono ripresi e messi online, comprese le testimonianze sindacali e le buone prassi aziendali. Sul sito c'è anche una vera e propria libreria virtuale dove trovare, cercando un po', documenti relativi al "business case for flexibility" . Molto interessante davvero. Il "nostro" tavolo nazionale per la conciliazione invece, forse perché è all'esordio, ha una modalità di lavoro molto più ristretta e riservata. Si sa che i partecipanti hanno analizzato alcuni contratti nazionali di secondo livello presi come buone prassi aziendali dalle quali partire, ma non si sa pubblicamente quali siano né quali sono gli spunti giudicati, a livello generale, più interessanti e sui quali si focalizzerà i lavoro del tavolo tecnico. Tavolo del quale non si conoscono ancora né i componenti né il ruolo e il mandato. Mi riprometto di approfondire.
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