Due scadenze – il 13 luglio e il 28 ottobre – e tre linee d'intervento aziendale – progetti di conciliazione, progetti di reinserimento dei genitori dopo la nascita di un figlio e progetti per creare reti d'impresa sul territorio – con particolare attenzione alla concretezza, all'innovazione e all'efficacia misurabile delle misure. L'art. 9 della legge 53/2000 è stato finanziato e il nuovo bando aperto: dopo più di due anni, e molte incertezze, ecco che ripartono i finanziamenti a sostegno delle imprese che vogliono fare qualcosa di concreto per venire incontro alle esigenze di conciliazione dei genitori in azienda. I progetti sono finanziabili fino ad un ammontare massimo di 500mila euro, con la possibilità in caso di approvazione del progetto di ottenere un anticipo del 40% della somma richiesta (il 60% a saldo). E' riconosciuta una preferenza (10 punti sui 100 totali) agli interventi il cui proponente è un'impresa con un fatturato <10 milioni di euro e <50 persone ma anche agli interventi per la flessibilità oraria dove si preveda di applicare sistemi innovativi per la valutazione della prestazione e dei risultati. E – molto interessante per prevenire i corti circuiti al rientro dalla maternità – agli interventi per il rientro dopo il congedo nella medesima unità produttiva e con le funzioni precedentemente svolte, ovvero condizioni di miglior favore. A questo indirizzo tutti i dettagli
Nei dettagli, il comma 1 finanzia “progetti articolati per consentire alle lavoratrici e ai lavoratori di usufruire di particolari forme di flessibilità degli orari e dell'organizzazione del lavoro, quali part time reversibile, telelavoro e lavoro a domicilio, banca delle ore, orario flessibile in entrata o in uscita, sui turni e su sedi diverse, orario concentrato, con specifico interesse per i progetti che prevedano di applicare, in aggiunta alle misure di flessibilità, sistemi innovativi per la valutazione della prestazione e dei risultati".
Ma anche "programmi ed azioni volti a favorire il reinserimento delle lavoratrici e dei lavoratori dopo un periodo di congedo parentale o per motivi comunque legati ad esigenze di conciliazione”. E infine “progetti che, anche attraverso l'attivazione di reti tra enti territoriali, aziende e parti sociali, promuovano interventi e servizi innovativi in risposta alle esigenze di conciliazione dei lavoratori. Tali progetti possono essere presentati anche da consorzi o associazioni di imprese, ivi comprese quelle temporanee, costituite o costituende, che insistono sullo stesso territorio, e possono prevedere la partecipazione degli enti locali anche nell'ambito dei piani per l'armonizzazione dei tempi delle città.”. I parametri di valutazione sono: innovatività dell’azione (fino a 18 punti),
concretezza dell’azione (fino a 18 punti),
efficacia dell’azione (fino a 18 punti),
economicità dell’azione (fino a 18 punti),
sostenibilità dell’azione (fino a 18 punti) mentre i requisiti di priorità o preferenza valgono fino a 10