Nel decreto sui premi di produttività, tutt'ora in discussione anche se il termine per l'approvazione del Dpcm era il 15 – termine definito da Elsa Fornero al Sole 24 Ore oggi (nell'articolo del bravo collega Giorgio Pogliotti) "non perentorio" – oltre all'equivalenza delle mansione e l'integrazione delle competenze c'è anche la flessibilità dell'orario con la modalità del multiperiodale. Un premio a cedolare secca al 10% insomma per far coincidere esigenze produttive e potenzialità del personale, da concordare tramite contrattazione aziendale o territoriale. Peccato che nessuno dei candidati premier, nè a livello regionale nè nazionale – pur dichiarando di mettere il lavoro al centro – approfondisca il tema e colga l'occasione per rinnovare le modalità del lavoro. Speriamo nell'inerzia perché il Dpcm passi.
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